Malgrate

Da Filetto, percorrendo pochi chilometri, si raggiunge Malgrate: il borgo e il castello, arroccati sul colle che sorge all’estremità nord-orientale della fertile valle del torrente Bagnone, danno vita ad un insieme di eccezionale valore architettonico e ambientale. 
La rocca, dapprima isolata, nel corso del XV e XVI secolo venne gradualmente a fondersi con le strutture del borgo sorto all’ombra della sua protezione fino a formare un insieme urbano omogeneo.

Il castello è caratterizzato dall’alta torre cilindrica, coronata da beccatelli, che costituisce l’elemento centrale dell’originaria fortificazione, databile alla prima metà del XIII secolo, edificata dai Marchesi Malaspina di Filattiera. La struttura originaria, che comprendeva la torre e la dimora feudale, venne racchiusa nel corso del XV secolo da una cortina muraria con camminamento di ronda e ponte levatoio sul fronte ovest.

Sede dal 1351 del feudo di Malgrate, nei secoli successivi il castello, oltre a svolgere funzioni difensive, assunse sempre più una connotazione residenziale, e venne trasformato in elegante palazzo signorile dai marchesi Ariberti di Cremona, che nel 1641 acquistarono il feudo malaspiniano.

Dal camminamento superiore del castello lo sguardo spazia verso uno splendido scenario naturale che abbraccia buona parte della media Val di Magra segnata dal corso sinuoso della Magra e chiusa a levante dalle cime aguzze delle Alpi Apuane.

Nel borgo di Malgrate si respira storia e cultura: illustri personaggi del passato sono nati tra le sue mura come Bonaventura Pistofilo poeta, amico e corrispondente del Bembo e dell’Ariosto, vissuto alla corte di Ferrara e segretario del Duca Alfonso I d’Este; Silvestro Landini, segretario di Sant’Ignazio di Loyola, e Giovanni Antonio da Faye, singolare figura di speziale e autore di una straordinaria “Cronaca” in volgare del Quattrocento.